No, non possiamo abituarci a tutto. Non possiamo abituarci a un premier che prende a calci la costituzione, la magistratura, il Capo dello Stato, che insulta le donne scese in piazza. E che tira dritto senza che nemmeno lo sfiori un dubbio o che qualcuno faccia in modo che lo sfiori. Signori, quest'uomo è accusato di uno dei peggiori reati: prostituzione minorile. E di concussione, anche. Altrove i leader se ne sono andati per molto meno. Da noi no. E' tutto consentito? Non deve esserlo, assolutamente no. Non si può consentire che si faccia finta di niente, che lui si presenti in conferenza stampa a blaterare sul rilancio dell'economia, sulle riforme da fare, sui deputati da comprare. E allora? Che fare oltre a manifestare in piazza, esternare il nostro raccapriccio, sentirci indignati e offesi per un'Italia che dà, con quest'uomo, una delle immagini più brutte della sua storia recente? Sicuri che non c'è niente da fare? Pensiamo di no. Ci sono gesti istituzionali forti che l'opposizione deve fare e che può fare. Chiedano tutti, tutti i leader dell'opposizione nessuno escluso, di essere ricevuti dal Capo dello Stato e gli dicano con chiarezza (con chiarezza) che vogliono andare al voto, che il Paese non può sopportare il fango di questa incredibile vicenda, che si deve voltare pagina per salvare le istituzioni. E se questo non basta, perché ovviamente tutti quei leader insieme non hanno maggioranza parlamentare e quindi il Capo dello Stato non può andare oltre l'ascolto, si dimettano tutti dal Parlamento. Un gesto troppo forte? Un aventino inutile? Crediamo che in questo momento ci sia bisogno di gesti forti. Affinché l'Italia e il mondo sappiano che c'è un uomo accusato di prostituzione minorile che resta asserragliato nella sua stanza mentre la metà del Parlamento (uno degli organi centrali della vita democratica) per protesta si ritira e chiede in tutte le piazze del Paese un voto per liberarci da questa insostenibile e inaccettabile vergogna.
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