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La rivoluzione del 12 giugno

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La debacle elettorale di Berlusconi&Co è sotto gli occhi di tutti. L'elemento più forte è il Nord che volta le spalle alla destra spavalda e leghista e consegna città importanti come Milano, Novara e Trieste al centrosinistra. Il Pdl tracolla, il Pd in quell'area diventa primo partito e sembra cominciare ad aggiustarsi quella "questione settentrionale" che ha agitato la vita della sinistra da un ventennio. Gli effetti di questo terremoto arrivano a Palazzo Chigi e vedremo che succederà. La resa dei conti inizia, Tremonti è nel mirino e Angelino Alfano si appresta a pendere in mano le redini del partito. Ma è chiaro che la "balcanizzazione" del Pdl è così vistosa che sarà difficile metterci una pezza.
Insomma, finalmente la musica cambia. Però, attenzione: non finisce qui. C'è un altro appuntamento importante che può dare la spinta giusta per far crollare l'edificio berlusconiano: i referendum. Ora che li abbiamo tutti e quattro - dopo la pronuncia della Cassazione che salva anche il nucleare e svela i trucchetti di governo - non possiamo farci sfuggire l'occasione. Il 12 giugno è un altro giorno importante: per fermare leggi e norme scellerate e per dire ancora più forte che il Paese ha voglia di aria nuova e pulita. Il rischio quorum c'è. E quindi ognuno di noi deve darsi da fare: sms, facebook, blog, email ma anche le più antiche arti del porta a porta. Convinciamo tutti ad andare a votare, perché la destra a votare non ci andrà. Se anche il 13 giugno l'Italia dovesse svegliarsi con quorum raggiunto e quattro sì, allora davvero sarà cominciata la nuova stagione. Dipende da te, da noi, da tutti. Che sia un'altra bellissima e travolgente rivoluzione gentile.

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