Bella trovata la riforma del fisco preparata dal governo. Le aliquote diventano tre (20, 30, 40 per cento) ancora non si sa bene come modulate ma sicuramente con un risparmio notevole (3%) per i redditi alti, quegli italiani per intenderci che guadagnano più di 75 mila euro l'anno. Poi, con un'abile manovra, si aumenta l'Iva di un punto. Il che vuol dire che, mentre con il taglio dell'Irpef il contribuente meno facoltoso raccoglie qualche briciola, poi con l'aumento dell'Iva la riconsegna con la maggiorazione. Per di più in una situazione indiscriminata perché mentre l'Irpef come si sa è tassa progressiva e paga di più chi più guadagna, l'Iva, come dire, non guarda in faccia a nessuno: dal pensionato al possessore del barcone multivela.
Aggiungete che, secondo i dati Istat, gli stipendi dei lavoratori a maggio si sono fermati e non vanno avanti nonostante l'inflazione, e avrete chiaro il quadro della situazione reale del paese reale. Insomma, a palazzo Chigi, hanno assunto il Mago Silvan. Un due tre: ecco a voi la grande illusione della grande riforma del fisco. Poveri noi.
