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Alfano, un uomo solo a comando


L'elezione del nuovissimo segretario del Pdl, Angelino Alfano, è abbastanza curiosa per tanti motivi. A cominciare, ovviamente, da quell'acclamazione imposta da Silvio Berlusconi per evitare qualche tranello nel voto. Ed è la conferma della gestione padronale ed ereditaria di quel partito che non riesce ad avere una vita autonoma rispetto al suo fondatore. Ma, in aggiunta leggete qui:
"A ventitre anni sentii una musica, un jingle, e vidi un uomo che mi spinse alla mia prima campagna elettorale, che mi spinse ad aderire a Forza Italia. Sentii quel jingle e decisi di aderire, lo decisi unilateralmente, senza parlare con Berlusconi, perhè lui lo vedevo in televisione. Lo vidi in quello splendido annuncio del gennaio del 1994. Credevo in quell'uomo e in quella musica".
Non ci crederete (o forse sì) ma sono le parole con cui il nuovissimo segretario ha esordito ieri. Una musica, un jingle, un uomo in cui credere...Immagini di una radiosa alba, due mani che si toccano, sfumatura e titoli di coda.
Il bel film di un bel segretario, autonomo e indipendente, uno che guiderà il Pdl fuori dal berlusconismo.... Diciamola così: un uomo solo a comando.

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