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Attenti alla "giustizia del predellino"


E' sicuramente vero, come dice Bersani, che anche se si porta la clacque è bene che Berlusconi vada in tribunale a rispondere delle sue accuse. Ci mancherebbe, è già un passo avanti. Però fa un certo effetto vedere battezzata davanti a quelle aule aule la "giustizia del predellino". Che consiste in questo: si va dentro, si segue il processo, si fa una battutina sul bunga-bunga a una avvocatessa carina, si racconta una barzelletta su Emilio Fede, si sorride assai e ci si mostra sicuri di sé. Poi si esce fuori e, davanti ai militanti mobilitati dall'apparato, anche se pochi, si sale sul predellino dell'auto (come quando fondò il Pdl) e si dice che va tutto bene: sono innocente, accuse ridicole, alla prossima udienza. Cerone, sorriso, salutino con la mano.
Ieri però si è capito come andrà a finire: Berlusconi arringherà la piazza davanti al tribunale se le cose dovessero mettersi male. Urlerà contro giudici e comunisti e denuncerà il complotto della sinistra internazionalista. Sparerà a zero contro la Corte Costituzionale, il Parlamento, il Quirinale, il Csm. Dirà che non lo vogliono far governare. Il pubblico non pagante griderà slogan contro i magistrati, sventolerà bandiere del Pdl e cartelli sulla giustizia infame. E da lì partirà la campagna elettorale. Il premier vuole tentare di "sfruttare" mediaticamente i suoi processi, calpestando ogni cosa che incontra sui suoi passi, di più e peggio di come ha già fatto finora. Stiamone certi: saranno mesi durissimi. Ci stiamo avvicinando al finale del "Caimano" Quindi, stiamo all'erta, il premier all'angolo diventerà sempre più pericoloso. Per noi, per l'Italia, per la democrazia non verrà niente di buono.

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