di Pietro Spataro
Ora che tre milioni hanno votato, ora che finalmente il segretario c'è, ora che è finito il lungo congresso il Pd deve mettersi al lavoro. Pier Luigi Bersani ha un compito bello e difficile: rimettere in sesto un partito diviso, depresso. Per questo proviamo a suggerirgli alcune cose che deve fare subito e senza badare a compromessi:
1. Far ritrovare un po' di orgoglio al Pd, far capire che aver portato tre milioni ai gazebo di questi tempi è un successone. Quindi basta con i piagnistei, ognuno si metta a remare per portare la barca verso una navigazione sicura.
2. Lavorare per l'unità. Le liti, le divisioni, le minacce di scissione: non se ne può più. Ognuno deve sentirsi a casa propria in questo nuovo Pd, deve poter dire la sua e lavorare per l'obiettivo comune. Bersani deve essere bravo a utilizzare le energie e le passioni espresse in questa campagna congressuale e che non sono tutte nella sua mozione.
3. Fuori i corrotti. Sulla questione morale non si scherza. Non c'è spazio per i disonesti dentro il Pd. Bersani deve essere severissimo. Il popolo delle primarie non ammette deroghe né in Puglia né in Campania né altrove.
4. Cercare alleanze pulite e serie per mandare a casa il signore di Arcore. Basta che ci siano programmi precisi e condivisi, poi dentro ci sia chi è d'accordo nel creare un'alternativa. Basta con l'autosufficienza.
5. Il lavoro al centro. Il Pd è un partito popolare e quindi è il partito dei lavoratori, dei ceti medi, degli artigiani. La questione sociale è drammatica e deve essere il centro della battaglia del nuovo Pd.
Sono solo i primi cinque punti. Voi dite la vostra, dite che cosa volete da Bersani per fare in modo che il Pd torni a essere un'alternativa credibile all'Italia di Berlusconi. Non abbiate remore, possiamo costruire una "grande agenda" del Pd un vademecum per il futuro.