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Ma chi se ne frega degli operai

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 di Pietro Spataro

 

 

Ha ragione operaio 76. Ma chi se ne frega degli operai! Magari se si mettono in mutande, magari se vanno al grande fratello, magari se vanno a escort (ma quelle per loro costano troppo e nessuno gliele regala) forse qualcuno se ne acccorge. Altrimenti, signori: gossip. Trans e prostitute, ville faraoniche e cene di gala, menu di lusso e signore d'alto bordo, tutto va bene. E allora: sveglia, altrimenti ci fanno neri.

 

Chi ascolterà il grido di Carmine, Mario e Giovanni? Chi si occuperà di loro e delle tante migliaia di ragazzi che hanno un lavoro precario e poi finiscono sbattuti in fondo al treno? A Pomigliano d'Arco abbiamo ascoltato tante storie così: uno si voleva sposare e non ha potuto; un altro ha tre figli e un affitto da pagare; l'ultimo due bambini piccoli e un mutuo sulle spalle. Erano tutti e tre precari alla Fiat e al primo vento di crisi sono i primi a pagare. Storie di miseria, di disoccupazione, di gente che non sa come mettere insieme il pranzo con la cena, che non riesce a pagare l'affitto o il mutuo e si vergogna di non poter comprare un paio di scarpe al figlio. Girando nei vicoli, nelle piazze o davanti alla Grande Fabbrica che ha portato il benessere e ora dispensa miseria si ascolta una sola domanda: chi si occuperà di noi?

Ci sono i sindacati, c'è il sindaco, c'è il Comune dalla loro parte. Ma Roma è lontana. A Roma ci si occupa dei processi del premier, dei lodi, dell'immunità e si dice che va tutto bene, tanto abbiamo ridotto le tasse. Pomigliano d'Arco, desolata provincia di Napoli, ha paura del suo futuro. Chiede una mano. Per evitare che tornino i boss e portino loro un po' di lavoro, quello brutto e sporco del pizzo, dell'usura, della droga. "Nella disperazione non nasce nulla", ci ha detto don Aniello Tortora, un prete combattivo che sta dalla parte degli operai. Vorremmo che l'Italia fosse piena di don Aniello o dei sindacalisti che stanno in prima linea o dei sindaci che non dormono la notte per vedere come impedire che le fabbriche chiudano e la gente sia travolta. Questa è l'Italia. La politica apra gli occhi.

pspataro@unita.it


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