di Pietro Spataro
Lo dice Maroni, lo dice Bossi, lo lascia intendere La Russa, Berlusconi ovviamente resta tra i suoi cieli azzurri. Insomma, sono alla canna del gas. La maggioranza si è sbriciolata, niente riesce più a tenerla insieme se non la paura di vedersi sfilare ognuno la propria poltroncina. E allora basta: stacchiamo la spina. Sarebbe un utile caso di eutanasia politica. Che abbiano il coraggio di dire: abbiamo fallito. Salgano con i loro cortei di auto blu al Quirinale e dicano a Napolitano che non sono più in grado di andare avanti. Poi, come prevede la Costituzione vigente e per fortuna non berlusconizzata, sarà il presidente a decidere il da farsi. Perché il problema è che mentre loro si occupano di strapuntini, cambi di casacca, compravendita di deputati e senatori, lodi salva-premier, valutazioni catastali sul valore di una casa a Montecarlo e mentre Berlusconi si prepara a volare a Mosca per festeggiare il compleanno del suo caro amico Putin, fuori dalle maledoranti stanze della destra la gente non sa dove sbattere la testa e a chi santo votarsi per finire il mese, pagare gli studi ai figli, cercare di sopravvivere con la cassa integrazione, capire come riuscire a mandare i figli a scuola. Sarebbe ora che qualcuno uscisse dal recinto vergognoso del chiacciericcio politico e si occupasse di questi problemini. Non vogliamo più sentire la migliore frase a effetto mediatico, non vogliamo sapere chi è primo nella graduatoria degli urlatori, siamo stufi di slogan. Che ci si dica come si salva questa povera Italia sfiancata da un quindicennio berlusconiano. Nell'economia e nella cultura che è l'anima di una nazione e che oggi produce solo egoismo, individualismo e affarismo. Il Pd ha tirato fuori qualche buona proposta: tassazione sulle transazioni finanziarie speculative, riduzione dell'aliquota della tassazione per i redditi bassi, niente tasse per chi rinveste gli utili. Bastano? Certo che no. Ma la strada è questa. Vorremmo, di fronte a una destra morente e recalcitrante, un'opposizione che non apra né il libro dei sogni né quello dell'invettiva spettacolare da "grande fratello". Cinque cose, solo cinque cose vi chiediamo: che dicano agli italiani che dal tunnel si può uscire e, dopo lunghi anni di apnea berlusconiana, si può tornare a respirare. Qualcuno ci crede fino in fondo? L'alternativa è la morte dell'Italia per collasso cardiocircolatorio.
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