"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione".
Queste parole di Piero Calamandrei, ormai note a tutti, tornano utili quando centinaia di piazze d'Italia si riempiono di donne e uomini, ragazze e ragazzi, che vogliono difendere la libertà e la democrazia dai “guerrieri della notte”. In quella carta che è costata la vita di molti italiani c'è un programma politico di una grandezza incommensurabile. Lì dentro c'è il lavoro, la libertà, la salute, l'uguaglianza, la legalità, la difesa dei più deboli, la scuola. Non c'è il potere per il potere, non c'è il populismo, non c'è il disprezzo per le regole e per la vita degli altri, non c'è l'impunità. Non c'è il bunga bunga.
Se la Costituzione italiana fosse applicata concretamente in ogni sua parte noi oggi avremmo un'Italia migliore, più giusta e più libera.
Difendere quella Carta fondamentale è quindi un dovere contro chi vuole costruirne una ad personam, nella quale il più forte abbia mani libere contro il più debole e l'imputato uno scudo contro i magistrati, nella quale la stampa sia assoggettata al potere e al ricco e il pluralismo una parola da bandire, nella quale ognuno è padrone contro gli altri. Marciare nelle strade con la Costituzione in mano è quindi il modo migliore per difendere i propri diritti, per parlare davvero dei problemi degli italiani e non di un Uomo Solo al Comando.
Ottavia Piccolo, spiegando la sua partecipazione alla manifestazione, ha detto che questa Costituzione è come se fosse “sua sorella”. Noi possiamo dire che è anche come se fosse nostra figlia, nostro figlio, nostra madre, nostro fratello, i nostri nipoti. Perché lì dentro ci siamo tutti noi, quelli di ieri quelli di oggi e quelli di domani: c'è l'unità d'Italia e quella degli italiani. Insomma: la Costituzione siamo noi.
Queste parole di Piero Calamandrei, ormai note a tutti, tornano utili quando centinaia di piazze d'Italia si riempiono di donne e uomini, ragazze e ragazzi, che vogliono difendere la libertà e la democrazia dai “guerrieri della notte”. In quella carta che è costata la vita di molti italiani c'è un programma politico di una grandezza incommensurabile. Lì dentro c'è il lavoro, la libertà, la salute, l'uguaglianza, la legalità, la difesa dei più deboli, la scuola. Non c'è il potere per il potere, non c'è il populismo, non c'è il disprezzo per le regole e per la vita degli altri, non c'è l'impunità. Non c'è il bunga bunga.
Se la Costituzione italiana fosse applicata concretamente in ogni sua parte noi oggi avremmo un'Italia migliore, più giusta e più libera.
Difendere quella Carta fondamentale è quindi un dovere contro chi vuole costruirne una ad personam, nella quale il più forte abbia mani libere contro il più debole e l'imputato uno scudo contro i magistrati, nella quale la stampa sia assoggettata al potere e al ricco e il pluralismo una parola da bandire, nella quale ognuno è padrone contro gli altri. Marciare nelle strade con la Costituzione in mano è quindi il modo migliore per difendere i propri diritti, per parlare davvero dei problemi degli italiani e non di un Uomo Solo al Comando.
Ottavia Piccolo, spiegando la sua partecipazione alla manifestazione, ha detto che questa Costituzione è come se fosse “sua sorella”. Noi possiamo dire che è anche come se fosse nostra figlia, nostro figlio, nostra madre, nostro fratello, i nostri nipoti. Perché lì dentro ci siamo tutti noi, quelli di ieri quelli di oggi e quelli di domani: c'è l'unità d'Italia e quella degli italiani. Insomma: la Costituzione siamo noi.