Uno schiaffo. Un sonoro, liberatorio schiaffo. Per Silvio Berlusconi il voto rappresenta l'inizio di una parabola che lo porterà (in che tempi è da vedere, ma succederà) finalmente fuori dalla scena. Il suo fantasmagorico mondo non seduce più. Il suo modello mediatico-televisivo, fatto di olgettine oppure di ex bravi piloti di formula uno (come il bastonato Nannini a Siena) o ancora di nani e ballerine non suscita più gli entusiasmi di un tempo. La sua Italia, quella che ha raccontato lungo questi lunghi drammatici anni di governo, si rivela per quel che è: una bolla di sapone, un'invenzione favolistica. E finalmente l'Italia vera, quella che lavora, suda e fatica e quella che non ha lavoro, né pensione, né casa e quella infine che una casa, un lavoro e qualche ricchezza ce l'ha, ha capito il grande bluff. Milano è l'avamposto di questa "piccola rivoluzione". Nel cuore del berlusconismo avviene la trasformazione più eclatante. E da lì il vento può soffiare sul resto del Paese. Basta saperlo assecondare. Per il centrosinistra infatti si apre una grande occasione: sapere interpretare i bisogni di questa società, saper capire (il caso di Napoli è emblematico) gli umori dell'elettorato, saper costruire un'alternativa ancora più credibile. Forte e coraggiosa, che non abbia paura di parlare un linguaggio radicale perché il cambiamento è radicale. Da oggi a palazzo Chigi siede un premier dimezzato. Vedrete che non sarà facile perché le sconfitte produrranno incattivimento e ci farà soffrire. Bossi tuonerà, ma per ora resterà buono, almeno fino al ballottaggio. Ma una stagione, ormai, si sta chiudendo. Amici e compagni del centrosinistra, schiena dritta, idee chiare, progetti concreti. E unità. Unità. Ripetiamo: unità. Il primo che prova a rialzare il ditino, minimo minimo lo prendiamo a fischi....
Uno schiaffo. Un sonoro, liberatorio schiaffo. Per Silvio Berlusconi il voto rappresenta l'inizio di una parabola che lo porterà (in che tempi è da vedere, ma succederà) finalmente fuori dalla scena. Il suo fantasmagorico mondo non seduce più. Il suo modello mediatico-televisivo, fatto di olgettine oppure di ex bravi piloti di formula uno (come il bastonato Nannini a Siena) o ancora di nani e ballerine non suscita più gli entusiasmi di un tempo. La sua Italia, quella che ha raccontato lungo questi lunghi drammatici anni di governo, si rivela per quel che è: una bolla di sapone, un'invenzione favolistica. E finalmente l'Italia vera, quella che lavora, suda e fatica e quella che non ha lavoro, né pensione, né casa e quella infine che una casa, un lavoro e qualche ricchezza ce l'ha, ha capito il grande bluff. Milano è l'avamposto di questa "piccola rivoluzione". Nel cuore del berlusconismo avviene la trasformazione più eclatante. E da lì il vento può soffiare sul resto del Paese. Basta saperlo assecondare. Per il centrosinistra infatti si apre una grande occasione: sapere interpretare i bisogni di questa società, saper capire (il caso di Napoli è emblematico) gli umori dell'elettorato, saper costruire un'alternativa ancora più credibile. Forte e coraggiosa, che non abbia paura di parlare un linguaggio radicale perché il cambiamento è radicale. Da oggi a palazzo Chigi siede un premier dimezzato. Vedrete che non sarà facile perché le sconfitte produrranno incattivimento e ci farà soffrire. Bossi tuonerà, ma per ora resterà buono, almeno fino al ballottaggio. Ma una stagione, ormai, si sta chiudendo. Amici e compagni del centrosinistra, schiena dritta, idee chiare, progetti concreti. E unità. Unità. Ripetiamo: unità. Il primo che prova a rialzare il ditino, minimo minimo lo prendiamo a fischi....