di Pietro Spataro
Bari, Roma, Firenze, Bologna: un viaggio dentro il Pd che mi ha consegnato alcune valutazione che vorrei condividere. Eccole:
1. Il Pd è un partito abbastanza vivo. Ho visto bellissime persone candidate alle segreterie regionali. In ogni mozione. Solo per cirtarne alcuni: Sergio Blasi a Bari, il magnifico sindaco di Melpignano, l'uomo che ha inventato la notte della Taranta. Ileana Argentin, una donna che a Roma combatte la sua battaglia di libertà su una sedia a rotelle. Andrea Manciulli, dalla Sorbona a Firenze con la voglia di fare un partito forte. Mariangela Bastico, la pasionaria della scuola che a Bologna porta esperienza, idee e passione. Stefano Bonaccini, un ragazzo di 42 anni che vive con 1900 euro al mese (moglie e due figlie comprese) che crede nel Pd e lo vuole forte e coraggioso. Ne abbiamo citati alcuni, senza indicare la mozione di appartenenza, perchè attorno a loro si muove un mondo che il Pd di Roma, quello del Nazareno, dovrebbe tenersi da conto.
2. Il Pd è un partito chiuso. Nonostante queste belle persone il partito è angustiato dalle primarie, chiuso nelle sue stanze, troppo preso dagli equilibri di corrente e di fazione. In alcune città il dibattito è fermo al "noi", "loro", "voi". Si studiano strategie, piani di attacco, alleanze. E il mondo reale resta drammaticamente fuori.
3. Il Pd è un partito incompiuto. Ognuno di quelli che ho incontrato, a prescindere dalla mozione, è convinto che il Pd ancora non c'è. Leggero, pesante, liquido, gassoso: il problema è che il partito non ha ancora trovato la sua anima e la sua struttura. Ha bisogno di stare nella società, di inventare luoghi della democrazia più vivi e più moderni. Ma insomma finora il Pd non l'ha costruito nessuno, è stata solo una bella intuizione.
4. Il Pd non ha idee. Oppure ne ha mille. E queste mille per il momento si disperdono come polvere al vento. Partito del lavoro, della libertà, dei diritti, della laicità. Sarebbe bello se il Pd fosse tutto questo insieme.
5. Il Pd ha una speranza. E la speranza è che tutte le energie che i suoi candidati stanno mettendo in campo non finiscano nel nulla. Il Pd non è una mozione, il Pd è mille mozioni. Chiunque vinca ha una sfida difficile: tenere insieme e non dividere. Fare leva su questo "mondo" che vuole un partito che cambi l'Italia.
Sono aperte le iscrizioni. Al dibattito.