di Pietro Spataro
Ma è possibile che, nell'anno di grazia 2010, siamo costretti ancora a sentire certe storie di discriminazione? Il fatto è questo e accade nella civilissima Bologna: qui, per alcuni ricambi nella giunta provinciale necessari dopo l'elezione al consiglio regionale di due assessori, si decide un mini rimpasto. Cominciano, come al solito, faticose trattative, soprattutto tra il Pd e l'Idv. Alla fine il partito di Di Pietro ottiene un assessorato pesante che viene assegnato a un uomo, ovviamente, Pino De Biase. E quindi? Quindi l'assessore alla cultura dipietrista, Maura Pozzati, viene fatta fuori. Ora, non vogliamo discutere della legittimità di un partito legalista come quello di Di Pietro di scegliere l'assessore che vuole, anche se la Pozzati ha dimostrato sul campo di valere qualcosa. Il problema è che, dietro il licenziamento dell'assessora, c'è una frase pronunciata dalla coordinatrice regionale dell'Id, Silvana Mura: la Pozzati è anche mamma, ha detto, quindi non può sobbarcarsi un assessorato complicato. Bella spiegazione, non c'è che dire. Vuol dire che in Italia una mamma non può fare politica liberamente come gli uomini. Vuol dire che la maternità è un limite. Cose assurde, quando tanti uomini politici trovano il tempo, non di badare ai figli, ma di intrattenere rapporti liberi con qualche signorina che si fa chiamare escort. Diciamo la verità. una vergogna. Tanto più se ad essere coinvolto è un partito di centrosinistra che fa dell'uguaglianza davanti alla legge il suo cavallo di battaglia. Figuriamoci.