Quantcast
Channel: rss iphone/ipad export - giubbe rosse
Viewing all articles
Browse latest Browse all 107

Chi firma e chi ferma

$
0
0

Proprio l'8 marzo Rosy Bindi, quella del “non sono una donna a sua disposizione”, si presenterà al portone di Palazzo Chigi e consegnerà le firme di quei dieci milioni di italiani che vogliono le dimissioni di Berlusconi. Dieci milioni di firme sono tante, non c'è dubbio. E certo il rischio che ci si infilasse dentro qualche nomignolo provocatorio (da Stalin e Mussolini passando per Paperino) c'era. D'altra parte quando si decide di usare uno strumento così libero da vincoli come è internet si deve mettere nel conto qualche inconveniente. Ma è questo il punto? Che la destra, con il codazzo dei suoi giornali ad personam, faccia campagna sul tema è cosa scontata, anzi ovvia. Ma che anche dentro il Pd qualcuno si metta a far le pulci per dire che non è questa la strada giusta, che ci sono altri modi, che bisogna fare così o colà, che Berlusconi non si batte con le firme ecc ecc, è cosa invece molto singolare. Perché conferma la “malattia” di cui soffre quel partito. Ci fosse un argomento, una iniziativa, una battaglia, una posizione che metta d'accordo tutti e su cui tutti (ma proprio tutti) si mettano al lavoro. C'è sempre, invece, qualcuno che sente l'impellente bisogno di distinguersi, di prendere le distanze, di farsi vedere. Questa frammentazione alla fine rende meno credibile e autorevole qualsiasi alternativa alla destra. Rende più deboli. E quindi rende più difficile mandare a casa il signore di Arcore.

Dieci milioni di firme non sono un atto formale di sfiducia, ovviamente, quello si deve fare in Parlamento e lì come si sa i numeri non ci sono. Ma quei milioni di cittadini che hanno firmato esprimono una posizione politica forte. La raccolta delle firme ha consentito agli uomini e alle donne del Pd, dalla Sicilia al Trentino, ragazze e ragazzi di cui non parla mai nessuno, di entrare in contatto, parlare, ascoltare, mobilitare. Ognuno di quelli che ha firmato ha sentito una frase, una proposta, un'idea per domani. Insomma, di banchetto in banchetto, è stata una grande opera di partecipazione.

Questo in fondo è quel che conta. Eppure non sembra così. Ed è un male che non fa bene a nessuno. Noi abbiamo due sogni, che poi è uno solo: che ci sia un giorno un centrosinistra unito, combattivo, determinato, nel quale ognuno pensi all'interesse generale (che è quello dei cittadini e delle cittadine che sono lì fuori e boccheggiano: senza lavoro, senza scuola, senza futuro) e non al proprio particolare, nel quale ognuno lavori per la causa di tutti e non per quella personale, nel quale ci si metta pancia a terra per combattere, un centrosinistra che si presenti agli italiani con una voce chiara, forte, incisiva, credibile e con tutto questo riesca a liberarci da quel signore che ci fa dannare e che sta facendo a pezzi il nostro paese, la nostra vita, la nostra dignità. Basta che si realizzi questo sogno per far finire il nostro incubo.Chiediamo troppo?


Viewing all articles
Browse latest Browse all 107

Trending Articles