Ve l'immaginate l'Italia in mano alla Lega? Fa venire i brividi solo a pensarci. Immigrati respinti a cannonate al largo delle coste, oppure rinchiusi in qualche "lager" in attesa di essere messi fora di ball, un po' di filo spinato alle frontiere. E poi: il patto per l'euro e per l'Europa stracciato, Pontida nuova capitale d'Italia, tutti i ministeri al Nord, e al Sud solo manodopera oltre il muro di Roma per passare il quale occorre un passaporto padano. Tutte le città presidiate dalle ronde leghiste e quel che loro chiamano federalismo a foraggiare tutti i servizi e le imprese doc senza alcuna compensazione solidaristica con chi sta peggio. Gli altri, che aumentino le tasse per andare avanti. Questo è lo scenario. Per cui non bisogna abbassare la guardia perché in fondo è vero quel che ha detto Bossi, che loro ormai hanno quasi in mano il Paese e che Berlusconi comanda sotto il tacco del Carroccio. Ma, al di là di qualche piccola speranza che prima o poi Bossi schiacci e scacci il Caimano (e sarebbe una gran bella notizia), la cultura leghista non ha nulla a che fare con il pensiero democratico e con l'idea di un'Italia laica, civile e onesta per cui ci siamo battuti e si sono battuti i nostri padri e i nostri nonni. Le elezioni del 15 maggio servono anche a questo: dare un alt non solo al berlusconismo pericoloso ma anche all'inquietante humus leghista che cerca di proliferare nelle città. Loro ci provano soprattutto a Bologna dove il candidato leghista Manes Bernardini odia gli immigrati, propone le ronde e vuole ripulire a ramazzate la città da tutto quel che non è in sintonia (quasi tutto). E quindi: elettori che avete tanti dubbi, siete demoralizzati, ce l'avete con un centrosinistra che si sbrana a ogni curva, che non ne potete più di vivere in questo paese malato, sì avete tutte le ragioni per essere arrabbiati ma per favore evitate di restare a casa o andare al mare quel giorno. Ogni astensione è una chanche in più per lor signori. Ma di lorsignori non ne possiamo proprio più. Poi, domani faremo i conti su tutto il resto.
Ve l'immaginate l'Italia in mano alla Lega? Fa venire i brividi solo a pensarci. Immigrati respinti a cannonate al largo delle coste, oppure rinchiusi in qualche "lager" in attesa di essere messi fora di ball, un po' di filo spinato alle frontiere. E poi: il patto per l'euro e per l'Europa stracciato, Pontida nuova capitale d'Italia, tutti i ministeri al Nord, e al Sud solo manodopera oltre il muro di Roma per passare il quale occorre un passaporto padano. Tutte le città presidiate dalle ronde leghiste e quel che loro chiamano federalismo a foraggiare tutti i servizi e le imprese doc senza alcuna compensazione solidaristica con chi sta peggio. Gli altri, che aumentino le tasse per andare avanti. Questo è lo scenario. Per cui non bisogna abbassare la guardia perché in fondo è vero quel che ha detto Bossi, che loro ormai hanno quasi in mano il Paese e che Berlusconi comanda sotto il tacco del Carroccio. Ma, al di là di qualche piccola speranza che prima o poi Bossi schiacci e scacci il Caimano (e sarebbe una gran bella notizia), la cultura leghista non ha nulla a che fare con il pensiero democratico e con l'idea di un'Italia laica, civile e onesta per cui ci siamo battuti e si sono battuti i nostri padri e i nostri nonni. Le elezioni del 15 maggio servono anche a questo: dare un alt non solo al berlusconismo pericoloso ma anche all'inquietante humus leghista che cerca di proliferare nelle città. Loro ci provano soprattutto a Bologna dove il candidato leghista Manes Bernardini odia gli immigrati, propone le ronde e vuole ripulire a ramazzate la città da tutto quel che non è in sintonia (quasi tutto). E quindi: elettori che avete tanti dubbi, siete demoralizzati, ce l'avete con un centrosinistra che si sbrana a ogni curva, che non ne potete più di vivere in questo paese malato, sì avete tutte le ragioni per essere arrabbiati ma per favore evitate di restare a casa o andare al mare quel giorno. Ogni astensione è una chanche in più per lor signori. Ma di lorsignori non ne possiamo proprio più. Poi, domani faremo i conti su tutto il resto.